giovedì 10 marzo 2011

Imprenditoria femminile

Le proposte e i progetti per incentivare l’imprenditoria femminile si
moltiplicano.
Al di là delle misure avanzate per aumentare il numero di “quote rose” in
azienda occorre lavorare di più sulle soluzioni di impiego (e tutto ciò che vi
ruota attorno) correlate al mondo femminile.
Come ben sappiamo le donne più degli uomini sono soggette ad assenze
lavorative per ovvi motivi famigliari, come per sostenere ad esempio una
maternità.

A Trento e provincia sono stati attivati progetti sperimentali che propongono
soluzioni alle quali ricorrere, nel caso in cui, le donne al capo dell’impresa
siano costrette ad assentarsi.

La Provincia autonoma di Trento ha stilato in particolare un accordo per la
nascita di un Albo delle co-imprenditrici , uno strumento fondamentale per il
sostegno all’imprenditoria femminile, segno di civiltà e forte senso della
collettività a cui attingere in caso di necessità temporanea.
I promotori hanno ribadito che verranno attivati percorsi formativi al fine di
rendere disponibili figure professionali preparate in grado di sostenere l’
impegno temporaneo a loro affibbiato.
Ciò che ha stimolato le parti a elaborare tale soluzione è l’elevato tasso di
mortalità a cui sono esposte le imprese gestite da donne, che ad esempio nel
caso di una maternità possono chiudere i battenti o andare incontro a elevate
difficoltà economiche e di gestione.

In verità il legislatore ha voluto difendere l’autodeterminazione della donna,
favorendo anche la scelta di una maternità che sia felice e al riparo da
vincoli lavorativi (troppo spesso causa di rinuncia ad avere un figlio) con una
legge ad hoc.
La legge in questione è la 53/2000 ed in particolare è l’articolo 9 a
prevedere finanziamenti per “progetti di sostituzione del titolare di impresa o
lavoratore autonomo, senza distinzione di genere, in astensione obbligatoria o
in congedo, con altro imprenditore o lavoratore”.

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